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Filiera

Latte, caglio e sale

Latte, caglio e sale: tre semplici ingredienti che danno vita al Parmigiano-Reggiano di Marola, un prodotto unico nel suo genere. Lo distingue un gusto speciale – oltre alla ricchezza nutritiva e alla facile digeribilità – tipico di un formaggio che nasce a 800 metri di quota, tra le colline di Marola e le fitte distese di castagni centenari. In origine un territorio boschivo e poco adatto per essere coltivato, grazie al lavoro dei monaci benedettini intorno all’anno 1000, Marola si trasforma in una zona ideale per l’allevamento bovino.

La vacca reggiana

Tutto il processo parte da loro: le vacche reggiane, selezionate con la massima cura. Ogni giorno si nutrono di foraggi e mangimi locali (no OGM) e bevono acqua di sorgente, lontane da qualsiasi fonte di inquinamento. Gli animali seguono un’alimentazione naturale da cui deriva un latte sano, genuino e di altissima qualità.

Il Latte

Tutto il processo parte da loro: le vacche reggiane, selezionate con la massima cura. Ogni giorno si nutrono di foraggi e mangimi locali (no OGM) e bevono acqua di sorgente, lontane da qualsiasi fonte di inquinamento. Gli animali seguono un’alimentazione naturale da cui deriva un latte sano, genuino e di altissima qualità.

Il Fuoco

E a questo punto entra in scena il fuoco per la cottura. L’impasto ottenuto viene avvolto nella tipica tela di lino e posizionato in una stampo: la fascera. Ogni forma viene contrassegnata con un numero unico e progressivo, mentre una speciale fascia marchiante incide sulla forma il mese e l’anno di produzione, la matricola che contraddistingue il caseificio e l’inconfondibile scritta a puntini su tutta la circonferenza della forma. Questa viene poi immersa in una soluzione satura di acqua e sale. E’ una salatura per assorbimento che in poco meno di un mese conclude il ciclo di produzione e apre quello della stagionatura.

Pronto per la tavola

E a questo punto entra in scena il fuoco per la cottura. L’impasto ottenuto viene avvolto nella tipica tela di lino e posizionato in una stampo: la fascera. Ogni forma viene contrassegnata con un numero unico e progressivo, mentre una speciale fascia marchiante incide sulla forma il mese e l’anno di produzione, la matricola che contraddistingue il caseificio e l’inconfondibile scritta a puntini su tutta la circonferenza della forma. Questa viene poi immersa in una soluzione satura di acqua e sale. E’ una salatura per assorbimento che in poco meno di un mese conclude il ciclo di produzione e apre quello della stagionatura.